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Sognatevi le preferenze

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Tornando alla discussione riguardante un’eventuale riforma elettorale, leggendo le dichiarazioni di illustri uomini politici mi è parso di capire che oggi come oggi vi è una sola certezza: comunque vada, non verranno reintrodotte le preferenze. Strumento con dei pro e dei contro, quest’ultimo. Di positivo vi sarebbe il collegamento tra eletto ed elettore. È invece negativa la relazione voto-clientela. Questo secondo fenomeno, però, deve essere visto più come un effetto che come una causa dei legami tra politica e malaffare, come è stato spiegato bene su TP:

In sostanza, il voto di preferenza, dà solo forma politica ad una realtà estremamente complessa, di certo non la determina. I “campioni delle preferenze” che, nelle regioni meridionali, in molti casi risultano contigui alla malavita, se pur privi dello “strumento” preferenziale hanno saputo mettere in campo soluzioni diverse intervenendo al momento della formazione delle liste per ottenere posti vantaggiosi in cambio dei propri “voti personali” da portare in dote al partito.

Come abbiamo avuto modo di constatare in queste ultime due legislature, gli intrecci tra politica e malavita si sono manifestati (eccome!) anche in assenza di questo meccanismo.
C’è poi un altro discorso da fare: potenzialmente le liste bloccate avrebbero potuto rappresentare un’occasione storica per il miglioramento della politica italiana. I partiti avrebbero potuto piazzare nelle liste i più bravi, senza il bisogno di scegliere i candidati in funzione della loro capacità nel raccogliere voti. E invece hanno deciso di presentare nomi improponobili, gente che con l’arte del governare non ha nulla da spartire (tranne qualche caso isolato).
Ecco perché, dopo qualche anno, mi sono convinto anch’io della preferibilità della reintroduzione delle preferenze in Italia.
Il problema è che i partiti che puntano a superare il Porcellum non hanno la benché minima intenzione di percorrere questa strada.
Dato che, però, il nome Partito Democratico un qualche senso dovrà pure averlo, confidando nell’onestà di Bersani siamo certi che il segretario rispetterà l’impegno preso in Assemblea Nazionale, e che, alla fine, le primarie per la scelta dei parlamentari si terranno.
Ci contiamo.


p.s.

Il ritorno ai collegi rappresenterebbe un’ottima soluzione, forse addirittura migliore delle preferenze stesse. A patto che anche in quel caso vi sia una selezione democratica del candidato del collegio.

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