Piazza Pulita: confronto tra dati Auditel e tweet [Studio]
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000 Gli ascolti televisivi di un talk show sono sovrapponibili, in termini quantitativi, al brusio delle conversazioni generato da quella stessa trasmissione su ...
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Gli ascolti televisivi di un talk show sono sovrapponibili, in termini quantitativi, al brusio delle conversazioni generato da quella stessa trasmissione su Twitter? E, di conseguenza, i picchi di ascolto televisivo corrispondono ai momenti di maggiore discussione su quel social network? Per cercare di rispondere a queste domande abbiamo effettuato il monitoraggio dell’hashtag di riferimento della trasmissione Piazza Pulita del 4 ottobre 2012, talk show politico che va in onda ogni giovedì su La7, per poi comparare i risultati ottenuti con i dati Auditel.
Modalità operativa. La scelta di #piazzapulita come hashtag oggetto di studio non è casuale, ma è frutto di un’indicazione che @PiazzapulitaLa7, account ufficiale del programma, fornisce a quegli utenti interessati a scambiarsi opinioni su Twitter durante ogni puntata. Scelto l’hashtag, abbiamo proceduto con la raccolta dei dati tramite le API di Twitter, ottenendo il numero di tweet nelle fasce d’orario 21:00-22:00, 22:00-23:00, 23:00-24:00. Abbiamo poi aggregato i dati Auditel, utilizzando le stesse fasce orarie. Per rendere possibile la comparazione abbiamo provveduto a individuare le media orarie e a trasformare i dati assoluti in percentuali.
Risultato.
Va detto, in premessa, che allo stato attuale gli utenti televisivi che non twittano sono decisamente più numerosi di quelli che mentre vedono il programma digitano commenti: la media di ascolto di Piazza Pulita del 4 ottobre è stata di circa 1.500.000 spettatori. Le conversazioni contrassegnate da #hashtag sono poco meno di 3000.
Interessante è però il comportamento degli internauti, molto diverso da quello di coloro che si limitano a vedere lo show in Tv. Osservando la tabella, infatti, l’andamento delle due curve appare chiaramente dissimile: l’Auditel è sostanzialmente in progressiva discesa. Il discorso cambia per quanto riguarda i tweet: si può infatti notare una evidente crescita dei cinguettii tra i primi due blocchi orari presi in considerazione, per poi trovarsi di fronte, così come per gli ascolti televisivi, a un calo della partecipazione fino al termine della trasmissione.
Considerazioni. Le discussioni su Twitter non seguono l’andamento dell’Auditel per vari motivi, tra i quali i tempi diversi rispetto allo svolgimento delle singole fasi di un talk show. Il dibattito su uno “scambio di opinioni” tra due ospiti di una trasmissione può continuare ad essere commentato anche dopo la fine della scena in tv. Al contrario può accadere (non nel caso appena analizzato) che il telespettatore non sia sufficientemente stimolato per commentare sul web una parte di trasmissione, pur continuando a seguirla.
Detto ciò, è evidente che la discussione online non è rilevante al fine di sostenere gli ascolti, e ciò è dimostrato dall’andamento dissimile delle curve. Per quale ragione, dunque, una trasmissione televisiva dovrebbe investire risorse su Twitter? Probabilmente per un motivo che abbiamo già illustrato in passato: su Twitter si possono scovare e colpire quegli influencer che a loro volta potrebbero diffondere un messaggio su altre piattaforme, sociali e non, raggiungendo gli utenti finali ed innescando l’effetto virale auspicato.
Per Mr & Associati -> http://www.mrassociati.it/piazzapulita-una-comparazione-tra-dati-auditel-e-tweet/
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